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Hon Sha Ze Sho Nen

  • Immagine del redattore: thevvitchproject
    thevvitchproject
  • 29 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


Hon Sha Ze Sho Nen è il terzo simbolo usato nel Reiki tradizionale Usui ed è di certo il più complesso; non si pensi tuttavia che il problema stia nella pronuncia o nella difficoltà nel memorizzarne il nome, perché per quella che è la mia esperienza la parte più complicata è imparare l’esatta sequenza (21 segni!) con cui deve essere rigorosamente tracciato.


Se poi è vostra intenzione conseguire il livello di Reiki Master, è altrettanto difficoltoso imparare a visualizzarlo per intero e ben delineato in tutti i suoi tratti, cosa fondamentale per l’insegnante nell’”attivazione” di nuovi reikisti.



Tolta la parte tecnica, l’Hon Sha Ze Sho Nen rimane un simbolo complesso che richiede una grande padronanza nell’utilizzo dell’Energia: è infatti il simbolo che annulla le distanze sia spaziali che temporali, con tutte le conseguenze (esoteriche, psicologiche e filosofiche) che ciò comporta e sulle quali non voglio dilungarmi perché a mio avviso sono assolutamente personali e soggettive, frutto del cammino spirituale di ciascuno.


Posso tuttavia spiegare che serve per i trattamenti a distanza, ovvero che non hanno necessità di contatto fisico, per tutte le pratiche energetiche ad essi collegati (le bolle di Energia solo per fare un esempio) e per andare a lavorare – su se stessi e sugli altri – su eventi passati, e con “passati” mi riferisco anche alle vite precedenti e dunque ai nodi karmici. Il ponte che infatti crea l’Hon Sha Ze Sho Nen, non è solo verso l’esterno: come insegna la pratica anzi, molto più spesso si tratta di un ponte verso il proprio interno, verso

la nostra parte più sottile ed eterna, troppo spesso lontana o allontanata dalle nostre pre-occupazioni più materiali.


Se siete scettici su quanto sopra, avete la mia comprensione ed anzi fate benissimo ad esserlo: purtroppo (e per fortuna!) per tutto ciò che riguarda il Reiki, le parole non riescono mai a descriverne l’efficacia e questo simbolo con le sue vastissime possibilità di utilizzo non fa eccezione; ben vengano dunque il dubbio e la mancanza di aspettative: per il diffidente sarà ancora più emozionante constatare sulla propria pelle che ciò che è apparentemente impossibile, lascia invece un segno reale e tangibile, una sensazione difficile da cancellare e, perché no, una buona dose di ulteriore curiosità.



Come vedete, definirlo “complesso” è persino riduttivo, ma la sua efficacia è altrettanto strabiliante, se usato con cognizione di causa; a tal proposito, per me è una vera e propria porta verso altri luoghi, altri tempi ed altre dimensioni perciò, come accennavo in un precedente articolo, non è un simbolo che vedrei bene disegnato sul muro della cucina o appeso al collo: una porta infatti serve per uscire, ma permette anche di entrare!


Una piccola nota infine sul suo significato: può voler dire “Nessun passato, nessun presente e nessun futuro”, ma personalmente preferisco questa versione : “La Divinità che è in me saluta la Divinità che è in te e insieme siamo Uno”... riuscite ad intuire soltanto da questa frase la potenza di questo simbolo, quando lo si usa nei trattamenti?


Un saluto,


Roberta



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