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Dai Ko Myo

  • Immagine del redattore: thevvitchproject
    thevvitchproject
  • 9 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


Qualcuno di mia conoscenza, anzi più d’uno, sostiene che il Dai Ko Myo sia il simbolo dei reikisti pigri e che alcuni siano tentati di diventare Master Reiki solo per ottenere l’armonizzazione con questo simbolo.


La prima affermazione, per quanto apparentemente ridicola, è vera: acquisito il terzo livello Reiki, si può fare con il solo Dai Ko Myo praticamente tutto ciò che ho illustrato nei precedenti articoli; una bella comodità avere racchiuso in un solo simbolo tutte le peculiarità degli altri tre, anche perché è un simbolo dal nome semplice da pronunciare ed altrettanto semplice da tracciare.


Nessun “ma”, nessuna controindicazione, nessuna difficoltà in agguato. Il Dai Ko Myo è la sintesi unica e perfetta del Reiki, la sua essenza più pura, la totale risonanza con l’Energia dell’Universo; il solo concentrarsi su questo simbolo eleva le vibrazioni e rafforza il lavoro energetico che si vuole compiere, qualunque esso sia; è dunque normale che sia considerato il coronamento di un percorso iniziato con il “non fare” del primo livello Reiki, in cui si lascia lavorare l’Energia, e proseguito con il secondo livello, quello del “fare” indirizzando l’Energia.



Anche il Terzo livello è un “non-fare”, un equilibrio sottile ma perfetto fra l’agire con consapevolezza ed il lasciarsi andare al solo sentire; il Dai Ko Myo è la “Grande Luce Splendente”, è silenzio intriso di contemplazione, comprensione e presenza, è l’unione dell’Energia personale con quella dell’Universo, quindi proprio la sintesi del Reiki cui facevo riferimento prima.


Sono Master Reiki da molti anni ormai, ma non posso ancora dirmi pratica nell’utilizzo di questo simbolo per il lavoro su me stessa, e ne sono contenta; per quanto riguarda invece il suo utilizzo nel trattamento di altre persone, vi dico solo che la primissima volta che l’ho voluto usare su qualcuno mi sono quasi sentita svenire per via della sua potenza, come risucchiata prima nel centro più profondo della persona trattata, e poi lanciata a velocità folle nel bel mezzo dell’Universo... insomma un luna park niente male!


Per tornare alle affermazioni iniziali, chiunque dica di voler diventare Reiki Master solo per ottenere il Dai Ko Myo è talmente pigro da non aver avuto nemmeno la voglia di comprendere le basi del Reiki; non do nessuna connotazione negativa a questa affermazione, ciascuno è libero di percorrere la strada come meglio crede e nessuna strada è migliore di altre; diventare Reiki Master tuttavia è tutto fuorché un punto d’arrivo, ed essere

in grado di armonizzare nuove persone all’Energia del Reiki è più una responsabilità che un traguardo, che presuppone un’enorme voglia di mettere in gioco se stessi ed i propri limiti, e di lavorare per superarli così da affrontarne di nuovi. Questo anche perché il Dai Ko Myo semplicemente E’, ed è prescindere: un’esplosione di Luce a cui essere preparati.


Con questo post si conclude il percorso sui Simboli usati nei Reiki tradizionale; spero di cuore di avervi tolto qualche curiosità e di avervene fatta venire qualcuna nuova! Se anzi qualcuno volesse leggere su questo blog di qualche argomento in particolare riguardante il Reiki, non ha che da scriverci: accettiamo volentieri suggerimenti e nuovi spunti!


Un saluto,


Roberta



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