I tarocchi di Domenico Balbi
- thevvitchproject
- 19 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Qualche tempo fa, sono riuscito a mettere le mani su un mazzo di tarocchi, ormai raro in commercio: i tarocchi di Balbi.
Ma procediamo con ordine. Chi era Domenico Balbi?
Nasce a Genova nel 1927, città nella quale studiò Arte, per poi trasferirsi a Parigi e continuare la sua carriera di pittore.
Proprio in questa città iniziò ad approfondire l'arte e la metafisica, scrisse articoli su filosofia esoterica e partecipò a conferenze sulla Kabbalah.
E infatti ritroviamo alcuni aspetti della Kabbalah,uniti a vari simboli alchemici e astrologici presenti in questo mazzo.
Le illustrazioni sono incredibili, con colori vividi, che ti catturano. Ci sono strutture asimmetriche, assegnazioni di colori improbabili (capelli verdi, alberi viola, acqua rossa), i volti invece sono tutti estremamente solenni. Ognuno di noi potrebbe inserire il proprio volto fra quelle figure, come se ci potessimo trovare ritratti in ogni arcano. E credo che questo possa essere l'inizio del nostro viaggio attraverso il mazzo di Balbi.
Lo sfondo delle carte è diviso in due, un cielo monocromatico e un'ambientazione di pochi dettagli. Negli arcani minori, invece, lo sfondo è diviso da una curva che divide due aree monocromatiche.

Le carte della corte indossano abiti multicolor, dal design estremamente elaborato, mentre volto e mani rimangono incolori.
Balbi ha scelto di rappresentare la corte delle spade in maniera leggermente diversa da quella tradizionale. Mentre tutti i fanti sono dei bambini, quello di spade è un giovane uomo, che indossa una veste splendidamente dettagliata, ha una falce di luna sul cappello e siede con una dama. Il cavaliere di spade ha un sole disegnato sul petto, mentre la regina il simbolo zodiacale del Cancro. Il re, per concludere, si erge su una falce di luna.
E' un mazzo bilingue in cui troviamo la nomenclatura sia in inglese (nella parte alta) sia in spagnolo (in quella in basso), e gli Arcani Maggiori sembrano prendere ispirazione dalla tradizione marsigliese. Su ogni carta viene riportato un numero romano, un simbolo astrologico e una lettera ebraica con relativo numero corrispondente.

Gli Arcani Minori sono numerati in numeri arabi dall'1 al 14, e non sono etichettati (in linea con lo stile marsigliese).
Apparentemente, Domenico Balbi basò il suo mazzo sul lavoro di Eudes Picard (una delle più autorevoli fonti per l'interpretazione cartomantica).
Balbi si basò sulla descrizione di Picard per illustrare le sue carte e scriverne la descrizione; ogni mazzo, infatti, era fornito di libretto esplicativo in cui veniva descritta l'origine dei tarocchi, e le interpretazioni tradizionali di questi.
Personalmente, non consiglierei questo mazzo se vi state da poco avvicinando alla lettura dei tarocchi. Non c'è un libro di accompagnamento, e lo stile "non-illustrativo" Marsigliese degli Arcani Minori decisamente richiama ad una conoscenza approfondita del significato classico di questi.
Al posto del libretto di accompagnamento, c'è un foglietto ripiegato, che da una breve descrizione per ogni carta: più enfasi viene dedicata agli Arcani Maggiori, con spiegazioni dei simboli contenuti in essi. Gli Arcani Minori vengono liquidati con brevi parole chiave, come spunti interpretativi.

Se siete lettori più esperti, invece, potete perdervi nella visione onirica di questo pittore, facendovi trasportare in un mondo dove il colore è la caratteristica prevalente.
Spero con questa breve recensione di avervi presentato un po' meglio questo mazzo.
A presto,
Simone

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