I Tarocchi di Sergio Toppi
- thevvitchproject
- 8 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Finalmente, dopo averli attesi e ricercati, sono riuscito ad entrare in possesso di uno dei due mazzi di tarocchi illustrati da Sergio Toppi.

Sergio Toppi nasce a Milano il 1932 e non posso far altro che rimanere stupito ogni volta che osservo una delle sue creazioni.
Se studi come illustratore, o semplicemente ti piace l'arte e l'estetica è impossibile non ammirare i suoi lavori.
La sua linea fluida che trasforma corpi in paesaggi, il tratteggio scandito da linee verticali e oblique, il colore usato come narrazione e i mondi raccontati dall'illustratore non fanno altro che consacrarlo fra i migliori artisti italiani di cui ultimamente abbiamo potuto godere.

Ma quello che vorrei analizzare in questo post non è la sua grandezza, che non necessita alcuna presentazione, bensì il suo essere mutevole e perfettamente a suo agio nel raccontare ogni argomento trattato.
Sergio Toppi, infatti, ha osato rischiare: in anni in cui il disegno fumettistico era molto più rigido di quanto non sia adesso, ha scelto di sperimentare. Solo così è riuscito a combinare un tratto a china deciso, con colori cangianti e mutevoli, unendo le caratteristiche del fumetto a quelle del libro illustrato.

Nel 1989, Sergio Toppi inizia ad occuparsi anche di simbolismo ed esoterismo, rendendo chiaro quanto il rapporto fra arte e occulto sia inossidabile e necessario.
Crea due mazzi, i "Tarocchi universali" e i "Tarocchi delle Origini", editi da Lo Scarabeo di Torino, nel 1991.
I Tarocchi delle Origini ritraggono guerrieri tribali, sciamani e animali. Molto diverso, invece, la raffigurazione de i Tarocchi Universali.
In quest'ultimo mazzo rappresenta figure di ere differenti: mentre molte sembrano appartenere al medioevo e rinascimento, il Diavolo indossa un tuxedo e occhiali da sole e la Morte sembra un giocatore di hockey.



La scelta di rappresentare il Diavolo in completo, occhiali da sole ecc.. potrebbe significare che esso può trovarsi sempre accanto a noi. Di qualunque ceto sociale le persone possano far parte, saranno sempre accompagnate da lui. La scelta dei colori e il forcone invece ci riportano ad un immaginario di diavolo più antico, quasi biblico.
Anche nella carta della Morte, come per il Diavolo, abbiamo la commistione fra moderno e antico. Il soggetto ritratto, infatti, brandisce una falce. Indossa però una tuta da hockey, e i suoi occhi, così come il volto, sono spenti. Possiamo interpretare, forse, che Toppi abbia voluto identificare la morte come un giocatore che, al posto di evitare che venga segnato, non fa altro che attirare a sé i dischetti del gioco.
Le immagini di questo mazzo sono drammatiche, vive e potenti: riflettono perfettamente la nostra società.
Domande e risposte a malapena sussurrate, sorrisi di donne incantate sotto la luna. Accade anche di rimanere stregati a chi si avventura in una lettura, nel magico realismo offerto dalle splendide immagini di Sergio Toppi.

Personalmente questo mazzo ha iniziato a parlarmi ancora prima di aprirlo (ma forse sono di parte).
Potevo sentire una voce maschile sussurrare una lingua antica, raccontarmi di un viaggio che stava per cominciare. Non avevo idea di quanto vere potessero essere queste parole!
Ho sfogliato le carte una ad una, immergendomi nell'enorme profondità in cui ogni illustrazione mi portava, quasi una sorta di rito iniziatico, che mi ha subito collegato al mazzo.

Sicuramente vorrò approfondire anche con i Tarocchi delle Origini, e Lo Scarabeo sta per rilasciarne una nuova versione. (controllate la loro pagina instagram per essere aggiornati sui loro lanci!)
Spero di avervi incuriositi e fatto entrare un po' nel magico mondo che Sergio Toppi sa raccontare.
A presto allora,
Simone

Very deep and beautiful cards. Do you know, where I can buy them?